04.08.2010 – Giovedì – 1° giorno
Milano/Roma – Cairo
Il gruppo si riunisce all’aeroporto del Cairo. Era dal 2005 che non ci tornavo e devo dire che l’hanno rifatto davvero bene!
Abbiamo cenato un classico kebab, poi ci siamo imbarcati in orario verso Kampala in un bellissimo aereo, troppo usato per dare l’idea classica di sicurezza.
05.08.2010 – Venerdì – 2° giorno
Cairo – Entebbe – Kampala – Zhiwa Rhino Sanctuary – Masindi
Entebbe | Kampala | 40 km | 1h |
Kampala | Zhiwa Rhino Sanctuary | 160 km | 3h |
Zhiwa Rhino Sanctuary | Masindi | 56 km | 2h |
Oggi giornata davvero intensa. Arriviamo in orario ad Entebbe e troviamo Ronald ad aspettarci con quello che sarà il nostro pullmino per l’intera avventura.
La strada che collega Entebbe a Kampala a quest’ora è scorrevole e in poco meno di 1 ora siamo in centro al Pope Hotel, dove io devo incontrare Francis.
Prendiamo 3 camere, per lavarci, fare colazione e per prendere gli ultimi accordi sull´itinerario con l´agenzia locale
Consiglio: i dollari vengono controllati uno per uno, sia l’anno in cui sono stati emessi, sia lo stato degli stessi.
Siamo proti per partire e per arrivare fino al primo centro commerciale per trovare una banca, contrattare sul cambio e fare la prima mega spesa. Nei supermarket ugandesi, soprattutto in quelli della capitale, c’è la stessa scelta dei supermarket occidentali.
Poi partiamo verso il nord. Prima tappa: Zhiwa Rhino Sanctuary.
Splendida vegetazione, splendido il centro che ha preso 6 rinoceronti in cattività e li ha a poco a poco riportati allo stato brado. Noi abbiamo visitato la famiglia di Obama; il fatto di arrivare così vicino a questi preistorici animali, a piedi, ha davvero dell’incredibile ed è davvero emozionante.
Vorremmo trattenerci a lungo, ma purtroppo non è possibile, per lasciare in pace gli animali.
Incredibile è che sono sorvegliati a vista da ranger che devono cercare di non farli cadere vittime dei bracconieri.
Verso ora di cena arriviamo a Masindi, piove, come molto spesso capiterà durante il nostro viaggio; ci sistemiamo e poi dopo un’oretta di relax, ceniamo.
Dopo cena, con un piccolo gruppo, visto che ha spiovuto, decidiamo di fare una capatina in città per una birra.
Splendido! Tutto lungo la strada ci sono delle bancarelle che fanno cibo, invitanti spiedini e altre leccornie… Peccato! A saperlo prima sarebbe stata un’ottima variante per una cena sicuramente africana!
Un paio di birre, un poco di conoscenza con locali e poi nanna!
06.08.2010 – Sabato – 3° giorno
Masindi – Murchinson Falls (game drive)
Masindi | Gate Murchinson NP | 18 km | 40’ |
Gate Murchinson NP | Traghetto per game drive | 66 km | 2h |
Traghetto per game drive | Top of the Falls camp site | 95 km | 2h |
Ci alziamo di buon ora per arrivare a prendere il traghetto all’interno del parco alle 9:00 e poter fare il nostro primo game drive.
Siamo al gate alle 6:50 e dobbiamo attendere un poco (il gate apre alle 7:00), perché il ragazzo sta ancora dormendo.
Vediamo giraffe, ippopotami, moltissima avifauna. Il panorama è mozzafiato, un continuo alternarsi di verde, poi di nuovo il giallo della savana che si va a perdere nel blu del fiume, ancora nel verde e nell’azzurro del cielo.
Piccolo pick nik attendendo il traghetto di ritorno, facendo attenzione ai babbuini, poi puntiamo direttamente al nostro campeggio, posizionato proprio vicino a Top of the Falls.
Siamo gli unici il campeggio è proprio in mezzo alla natura, con nulla vicino, ma con tutte le comodità del caso, due toilette, la doccia e una capanna dove rintanarci.
Piantiamo le tende e poi, vista l’ora, andiamo a Top of the Falls ad assistere al meraviglioso impeto della natura.
Percepiamo le cascate con tutti i nostri sensi, ci bagnano, ne sentiamo il profumo, ne avvertiamo il rumore… Incredibile esperienza, difficilmente concentrabile in un singolo scatto fotografico
Tornando al campeggio, iniziamo a preparare la prima cena della vacanza e l’accompagnammo con due buone bottiglie di barbera.
Poi nanna, col sonno interrotto da qualche curioso facocero che annulla le nostre tende.
CONSIGLIO: Il posto per il campeggio è davvero splendido e da non perdere, ma per non distruggersi fisicamente, converrebbe:
- 1° giorno al termine del game drive andare a dormire al Red Chilli (da prenotare con anticipo perché sempre pieno) in quanto vicino all’imbarco del traghetto che la mattina parte alle 7.
- 2° giorno: game drive con traghetto alle 7, poi con calma potete smontare le tende e alle 14:00 potete fare il boat cruise fino alla base delle cascate. Lì scendete e salite fino in cima a top of the Falls dove avete fatto venire il bus con le tende.
07.08.2010 – Domenica – 4° giorno
Murchinson falls (game drive) – Boat cruise
Boat cruise andata | 2h |
Boat cruise ritorno | 1h |
Oggi sveglia davvero prestissimo, per essere pronti alle 5:00 per partire ed essere in tempo a prendere il traghetto delle 7:00.
Ronald deve pestare sull’acceleratore, ma arriviamo con circa 15 minuti di anticipo e abbiamo tempo di fare una veloce colazione sotto l’albero.
Durante il game drive incontriamo un leone al quale è stata amputata una gamba; la maestosità dell’animale è sempre evidente, ma la pena nel vederlo avanzare così magro e claudicante, verso le gazzelle con disarmante consapevolezza che anche oggi non riuscirà a mangiare se non grazie alla compassione delle leonesse, ci stringe il cuore.
Ritornati piantiamo subito le tende nello spiazzo del Red Chilli Camp. La piazzola è mezza allagata, ma appena attraversata la strada possiamo andarci a ristorare con delle birre, quindi ci laviamo velocemente, poi andiamo a pranzare al Red Chilli bar, in attesa che vengano le 14:00 per la nostra crociera fino alle cascate Murchinson.
Il panorama è splendido, in riva al fiume famiglie di ippopotami che si bagnano.
Le cascate sono imponenti, fragorose, talmente potenti che le sentiamo da lontano e vediamo grumi di schiuma che vi vengono incontro.
La guida ci spiega che la numerosità dei coccodrilli vicino alle cascate è data dal fatto che alcune volte gli animali cadono all’interno delle cascate e quindi, il fiume è pieno di selvaggina morta.
La corrente è fortissima, tanto che per fermarci per ammirare le cascate, dobbiamo rintanarci in un antro coperto da alcune formazioni rocciose.
Al ritorno grandissima sorpresa! Io e Eddy (siamo delle volpi…) abbiamo lasciato la tenda aperta e giustamente è piovuto!!!
Poco male, le tende sono poco allagate e sono agibili…
La sera grande cena alla luce del fuoco e visita di un grande ippopotamo che fa scappare tutti all’interno della capanna!
08.08.2010 – Lunedì – 5° giorno
Murchinson Falls – Hoima – Fort Portal
Red Chilli Camp | Murchinson Falls Gate | 63 km | 1h15’ |
Murchinson Falls Gate | Masindi | 18 km | 40’ |
Masindi | Hoima | 38 km | 1h |
Hoima | Fort Portal | 197 km | 6h 15’ |
Oggi grande tappa di trasferimento e giustamente, per aiutarci a raggiungere la meta velocemente poco dopo Hoima, proprio dove l’asfalto ci lascia per dare spazio ad una bella pista di terra rossa battuta, inizia a piovere! Ma tanto! Ma proprio tanto!
La strada è scivolosissima, sembra sapone e l’acqua dal cielo viene giù a secchiate e non so proprio come Roland possa vedere dal parabrezza che continua ad appannarsi…
Avvicinandoci a Fort Portal, la pioggia continua a scendere e l’idea di dover piantare le tende sotto quest’acqua non è che timoli nessuno… Decido quindi di cercare d contattare il CVK, ma senza possibilità. Nemmeno Francis riesce a contattarlo e anche se a malincuore per non essere riusciti ad avvertirli, decidiamo di fermarci a Fort Portal.
Ordiniamo la cena al ristorante, poi una doccia con calma e nanna.
CONSIGLIO 1: Se la stagione è davvero secca, chiedete informazioni al Red Chilli Camp e raggiungete Fort Portal per la strada che costeggia il Lago Alberto. Anche se molto dissestata, regala dei panorami mozzafiato!
CONSIGLIO 2: Il CVK dista poco meno di 1 ora da Fort Portal ed è un posto davvero meraviglioso in cui passare la notte. Tutto attorno ci sono splendidi villaggi pieni di bambini. Consiglio vivamente di prenotare le Bandas (costano poco più di 10$, poco di più di piantare la tenda)
09.08.2010 – Martedì – 6° giorno
Fort Portal – Buyunguru Crater lakes – Fort Portal – Kasese
Dislivello salita: 250 metri
Dislivello discesa: 250 mt
Tempo di percorrenza: 3h15m
Percorso: 4,93km
Note: Semplice; si passa fra tantissimi villaggi, in un giro ad anello che costeggia i laghetti, fino ad arrivare ad un magnifico panorama a Top of the Falls
Fort Portal | Buyunguru Crater Lakes CVK | 22 km | 50’ |
Fort Portal | Kasese | 87 km | 1h 40’ |
Dopo un’ottima colazione, partiamo per i Buyunguru Crater Lakes. Oggi abbiamo un autista aggiuntivo (giusto perché non eravamo abbastanza stretti).
Lubeka è con noi perché Ronald non si sente molto bene e con ogni probabilità dovrà ritornare a Kampala per accertamenti. Infatti, domani ci saluterà.
Dopo un’oretta arriviamo al CVK, un posto splendido, proprio in riva al lago.
Ha piovuto tutta la notte e il tetto in paglia delle bandas è umido; la vegetazione di un verde smeraldo fa da contrasto al blu del lago.
Facciamo subito le nostre scuse al signore alla reception e a sua moglie, che a quanto pare è colei che comanda…
Decidiamo di pranzare da loro dopo che abbiamo terminato il piccolo trek attorno ai laghetti.
Il paesaggio è davvero splendido, come del resto sempre in Uganda, ma quello che fa di questo piccolo trek un’esperienza indimenticabile, è il contatto con la popolazione all’interno dei piccoli villaggi che troviamo per la strada. Una bambina addirittura ci rincorre per farci vedere tutta orgogliosa la sua pagella!
Ritornati al CVK, così contenti e appagati dopo questa splendida passeggiata, pranziamo con un ottimo buffet, facendo attenzione che le scimmie non ci rubino il cibo.
Arrivati a Fort Portal ci fermiamo a fare un poco di speda, poi via verso Kasese, dove i ristoriamo al Ruwenzori international, un albergo che sembra in costruzione ai bordi della città.
Un gruppo parallelo ci racconta di essere distrutto dopo la camminata; ma nessuno desiste e domani mattina tutto il gruppo coeso, si farà il trekking fino al primo stop del tragitto del Ruwenzori.
CONSIGLIO: In cima a Top of the Falls abbiamo incontrato un signore che dirigeva i lavori di costruzione di un centro di ricerca francese. Il posto è raggiungibile solo a piedi, in un’oretta, ma è splendido e vale davvero la pena di passare una notte qui in tenda (chiedete agli abitanti del villaggio o alla scuola subito fuori il CVK). Potreste anche rischiare di arrivare non avendo prenotato il CVK che intanto non è mai pieno e se non piove, avventurarvi qui in cima; ovviamente dovrete portarvi il cibo necessario.
10.08.2010 – Mercoledì – 7° giorno
Kasese – Rwenzori mountain trek – Kasese
Dislivello salita: 1286 metri
Dislivello discesa: 1286 mt
Tempo di percorrenza: 6 ore
Percorso: 9,21 km (andata e ritorno per Nyabitala Hut)
Note: Fattibile (con calma) con un minimo di allenamento: il primo pezzo sale lieve, poi inizia ad essere più ripido. In cima si trova una locanda per prendere il te e la vegetazione fitta si apre, lasciando intravedere alcuni picchi attorno.
Kasese | UWA per registrazione | 15 km | 30’ |
UWA per registrazione | Uwa per partenza trek | 11 km | 10’ |
Oggi è la giornata del Ruwenzori. Salutiamo Ronald diamo il benvenuto a Lubega.
Il trekking fino a Nyabata Hut ci terrà impegnati per tutta la giornata; la giungla è splendida, il sentiero dapprima sale lentamente, poi inizia a inerpicarsi, ma è sempre un trekking fattibile.
Pioviggina e la nebbiolina lascia a tratti intravedere i picchi della catena montuosa del Ruwenzori.
Al nostro ritorno un incredibile incontro con un serpentello verde, velenoso, ma davvero splendido.
Poi esausti ci facciamo una doccia e ordiniamo la cena.
11.08.2010 – Giovedì – 8° giorno
Kasese – Equator line – Queen Elisabeth Mweya Sector (game drive)
Kasese | Equator line | 10 km | 30’ |
Equator Line | Queen Elisabeth Gate | 40 km | 1 h |
Queen Elisabeth gate | Mweya Camp | 20 km | 1 h |
Partiamo alle 8:15 e in poco più di 10 minuti siamo al monument che segnala il passaggio dell’equatore. E’ troppo presto e quindi non troviamo i ragazzi con le bancarelle fanno vedere le stranezze derivanti dalla legge di Coriolis (l’acqua che cade nel lavandino in senso inverso ;-))
Poi entriamo al Queen Elisabeth park e andiamo subito in cerca di animali. E siamo fortunati, incontriamo elefanti, karibu, ippopotami, giraffe, ma dei leoni nessuna traccia.
Poi ci portiamo al campo per mettere piantare la tenda.
Chi vorrà, verso le 16 si va di nuovo a fare un giro a “caccia” di avvistamenti.
Pochi altri decidono di prendersela comoda al campo e al nostro ritorno, troviamo un nuovo amico, “Fufi”, un povero e vecchio facocero con una zanna sola che il nonno del gruppo foraggia a suon di pelli di banana e altri avanzi…
Cena splendida, poi nanna con gli amici facoceri e I karibu.
CONSIGLIO: Dal bus unico con i vetri che si aprono solo per metà è un dramma fare un game drive fotografico. Il mio consiglio è o come ho scritto prima chiedere al gruppo (e a Francis in secondo luogo), di darvi quei Vestfalia che si aprono dal tetto oppure andate alla reception del lodge del Mweya e lì potete prenotare un game drive con le classiche jeep scoperte per 40$/pax.
12.08.2010 – Venerdì – 9° giorno
Queen Elisabeth Mweya sector (Game drive) – Boat cruise
Boat cruise Kazinga Channel
Fra lago George e lago Eduard |
Andata | 2 h |
Boat Cruise | Ritorno | 1h30’ |
Alle 6 siamo già in piedi, chi dentro il bus, chi nella jeep scoperta a cercare la fortuna per vedere dei leoni.
Purtroppo arriviamo troppo tardi e tre leoni che hanno appena cacciato un buffalo, si sono nascosti da noi e dal sole proprio dietro un cespuglio… Aspettiamo un poco, ma nulla da fare…
Torniamo al campeggio un poco sconsolati per l’occasione persa.
La mattina, prima di pranzo, al ritorno dal Game drive, mi faccio lasciare al visitor information center per pagare la Boat Cruise (consiglio di confermare al vostro arrivo come abbiamo fatto noi il giorno prima) e poi, costeggiando il la strada che mi porta alle tende, decido di andare con tre ragazzi a prendere un drink alla Tempo Canteen.
Le ragazze stanno cucinando del pane tipo chapatti, davvero ottimo, tutt’attorno a loro gli uccellini fanno a gara per rubare pezzi di cibo, all’esterno, cl panorama mozzafiato del Kazinga channel un poco più in basso, dei facoceri e dei karibù, sono in attesa di qualche cosa da mangiare.
Esaltati, ritorniamo al campeggio con del pane appena fatto e molto unto e proponiamo una cena in questo posto; ovviamente non lo dobbiamo dire due volte!
Alle 15:00, partiamo per la crociera sul Kazinga channel. Davvero strepitosa, all’unisono l’esperienza migliore nei parchi.
A bordo del canale, mandrie di bisonti, ippopotami e elefanti si baganano, poi numerosissimi pellicani, uccelli di ogni specie e poi, la fortuna ci appare: tre leoni sotto un albero a dormire. Davvero emozionate!
Tornando costeggiamo la riva e incontriamo qualche villaggio di pescatori.
La sera, ci portiamo alla Tempo Canteen (noi abbiamo ordinate alle 14:00) per uno dei buffet più buoni della vacanza con uno scorcio davvero mozzafiato.
Al ritorno, un gran bel temporale ci manda tutti a nanna presto.
Splendido dormire col rumore della pioggia 😀
CONSIGLIO: Durante la crociera conviene sedersi sulla parte destra.
13.08.2010 – Sabato – 10° giorno
Queen Elisabeth (Mweya sector) – Ishasha sector (climbing lions game drive)
Queen Elisabeth gate | Panoramic point | 10 km | 30’ |
Panoramic point | Ishasha Sector | 100 km | 4h30’ |
Ci sono solo 100 km che dividono i due settori del queen elisabeth park, ma se inizia a piovere come nemmeno durante i monsoni in India ho mai visto, la strada diventa davvero un inferno e sembra non terminare mai!
Camion quasi ribaltati, fango ovunque, macchine impantanate e situazioni che sembra non si possano sbloccare mai!
Vista la strada e la pioggia incessante non avrei mai creduto di poter arrivare alla meta!
Eppure ce la facciamo, arriviamo al nostro campo e anche se è appena uscito il sole, purtroppo le splendide piazzole in riva al fiume sono tutte completamente allagate.
Decidiamo pertanto che conviene accamparci vicino alle bandas anche se il posto non è splendido.
Visto che l’area non sarebbe dedicata al campeggio, non possiamo usufruire della classica capanna, per paura che possa di nuovo venire a piovere in serata e quindi non riuscire a cucinare e a cenare in tranquillità, decidiamo di prenotare la cena al piccolo ristorantino del camping.
Poi col nostro mezzo ed un ranger, partiamo alla ricerca dei famosi leoni sugli alberi e anche qui veniamo ricompensati di non aver desistito sebbene la strada!
Ne vediamo ben 3! 2 dormono sopra lo stesso albero e un’orda di turisti cerca di fotografarli, l’altra è tutta per noi e ce la godiamo tutta nella sua fierezza!
Poi torniamo, ci rilassiamo e via per un altro buon menù!
Poi, proprio mentre stiamo facendo un poco di baldoria all’esterno del ristorantino, a circa 150 metri dalle nostre tende, un ruggito ci gela il sangue… Tutti assieme ci portiamo verso l’interno della ristorantino e il ranger, col bastone ci fa segno che il leone è giusto acquattato ne cespuglio di fronte!!!
Dopo circa un 30 minuti di tentennamenti, ci decidiamo a raggiungere il campo, ma proprio a metà, mentre avanziamo come chi sta camminando sui carboni ardenti, altri 3 ruggiti, ci fanno correre…
Bellissima avventura africana! Comunque sia, io quella notte ho fatto che dormire in pullmino.
14.08.2010 – Domenica – 11° giorno
Ishasha – Kisoro
Ishasha | Kisoro | 281 km | 7h 15’ |
Oggi grandissima tappa di trasferimento, buona parte della quale passata a prendermi in giro per il coraggio dimostrato la sera prima (vuoi dar loro torno???)
I paesaggi sono splendidi, ma piove ancora a dirotto e proprio mentre ci avviciniamo a Kisoro, inizia a piovere ancora più forte…
Dovremmo pernottare al lago Mutanda, con le nostre tende, ma vista la situazione, decidiamo di deviare all’hotel Virunga.
L’hotel è davvero bruttino e le camere piccole e brutte, alcune con bagno in comune, ma meglio che piantare le tende sotto la pioggia.
Dopo aver pagato e consegnato i passaporti e i certificati della febbre gialla a George, chiedo se gentilmente ci lasciano cucinare e utilizzare i tavolo.
La gentilezza in Africa è sempre di quelle che ti lascia a bocca aperta.
La cena è davvero splendida e ci ripaga della fatica e della giornata di trasferimento… e poi domani ci aspettano i Gorilla!
15.08.2010 – Lunedì – 12° giorno
Kisoro – DCR (gorilla track) – Kisoro
Kisoro | Confine DCR | 16 km | 1h |
Confine DCR | Virunga NP | 44 km | 2h 30’ |
Famiglia visitata: Humba
Tempo di andata: 3h00m
Tempo permanenza presso i gorilla:50 minuti
Tempo di ritorno: 1h30m
Note: Emozionante, sebbene faticoso, completamente all’interno della giungla, si avanza a colpi di machete. Pioviggina con sensazioni alternate di caldo e di freddo.
Ecco il giorno che aspettavano tutti Oggi finalmente incontreremo i Gorilla. Ci siamo divisi in tre gruppi, fra chi cammina, chi cammina cammina e chi se la vuole prendere con calma, poi ovviamente il tutto dipende da quanto si sono spostate le famiglie.
Quando arriviamo alla frontiera, dobbiamo solo farci timbrare il visto, George ci separa nei due camion militari e dopo una mezzoretta di attesa, dopo aver fatto salire nel nostro camion Kevin, un ragazzo di origini coreane che vive a new York, partiamo.
Il nostro camion ci mette ben 2h30 per raggiungere il luogo dove inizia il trek.
La povertà della repubblica democratica del Congo è disarmante, la gente vive in capanne solo abbozzate, nella melma, con tantissimi bambini con la pancia gonfia, ma solo di aria, che corrono nudi per la strada o che giocano per terra con qualche gallina.
Mi si stringe il cuore pensare a quanto abbiamo speso per vedere i Gorilla e mi sconvolge anche vederli che ci sorridono e ci salutano, quasi come ringraziandoci, loro, che i Gorilla non sanno nemmeno cosa sono.
L’unica cosa che mi rincuora è che i nostri soldi servono almeno in parte a preservare la vita di questi primati che vengono cacciati ancora oggi dai bracconieri.
Al campo veniamo ancora divisi in ulteriori 2 gruppi. Io faccio parte del gruppo strong (mi viene già male a pensarci), quello in tre, io, Stefano e Kevin.
Noi infatti dobbiamo farci ben 2 ore e 30 nella fitta foresta di un verde quasi accecante prima di trovare i Gorilla.
La nostra guida si fa strada a colpi di machete, io ho le caviglie e le gambe completamente martoriate da tutti i giunchi che ci sono a terra; bisogna andare avanti a passo serrato, perché se ci si rilassa anche solo un momento, la persona davanti si perde nel verde della giungla e ritrovarla è difficilissimo.
Penso che in totale avremmo fatto una ventina di km… Ma cosa importa? Anche fossero stati di più, l’incontro con questi nostri prossimi parenti è indescrivibilmente emozionante.
Le loro mani sono quelle di una persona, il loro sguardo fiero, ma allo stesso tempo che infonde una pace incredibile, umano.
Si potrebbe stare ore, giorni, mesi, una vita a guardarli, senza capirli appieno. Sono alle volte più umani di noi, sono degli essere così incredibili che stringono il cuore.
Il piccolino è poi incredibilmente curioso e ci si avvicina anche troppo, cerca di toccarci, di spaventarci battendosi sul torace come il capo branco Silver back, poi si rotola, ci fa vedere che pasteggia a ragni.
In una sola parola: emozionate
La sera ceniamo con Kevin, che abbiamo invitato ad unirsi e ognuno di noi cerca di ripercorrere quell’incontro emozionate.
“Sbirciando tra il fogliame, riuscimmo a distinguere un curioso gruppo di gorilla neri come la pece, la testa pelosa, il volto che pareva una maschera di cuoio. Ci scrutavano a loro volta. Gli occhi scintillanti dardeggiavano nervosamente sotto le spesse sopracciglia, quasi cercassero di stabilire se avevano di fronte amici ben disposti o potenziali avversari. Fui all’istante colpita dalla magnificenza fisica dei giganteschi corpi nero-lucenti, in perfetta armonia con la verde tavolozza del fogliame della foresta …” (Dian Fossey)
16.08.2010 – Martedì – 13° giorno
Kisoro – Cyanika – Ruhengeri – Gitarama – Kibuye
Kisoro | Cyanika | 12 km | 15’ |
Cyanika | Ruhengeri | 25 km | 1h |
Ruhengeri | Gitarama | 85 km | 3h 30’ |
Gitarama | Kibuye | 58 km | 2 h |
Altra giornata di trasferimento con passaggio di frontiera.
Ogni volta che in Africa devo passare una frontiera mi rendo conto che la burocrazia italiana non è una delle peggiori.
Prima di andare a portare il passaporto, dovete farvi fare un talloncino dalla polizia (che non fa altro che guardare un passaporto, fare due battute e firmare un francobollo), poi vi portate all’ufficio immigration con tanto di lettera di invito (quella a colori che vi siete stampati dall’Italia).
Insomma, fra una cosa e l’altra sono passate poco più di 2 ore!!! (aspettando abbiamo anche cambiato i soldi rigorosamente in nero e abbiamo comprato l’assicurazione per il mezzo in Rwanda).
Poi grande trasferimento iniziando ad assaporare il Rwanda.
La prima impressione è che siano in pochi, in molto pochi e che non ci sia la classica aggregazione che contraddistingue tutti i paesi africani.
Inoltre, sembra tutto molto di facciata; insomma, direi che a un primo sguardo veloce si nota il tocco del colonialismo che mette tutto a posto in facciata e l’ombra del genocidio.
Tutti camminano per strada, ci sono poche auto e poche biciclette.
Lasciamo i bagagli nello splendido albergo in riva al lago Khivu, prenotiamo cena e poi andiamo al Genocide Memorial center, per il primo incontro col genocidio.
In questa chiesa furono uccisi il 90% dei Tutsi che abitavano in città e nei dintorni.
CONSIGLIO: Informatevi bene prima e se possibile (nel nostro caso non lo era in quanto era caduto un ponte), fate la strada che costeggia il lago Kivu, da Kibuye a Gisakura. Sono approssimativamente 85 km che si possono coprire in 5/6 ore, dipende dalle condizioni della strada e del mezzo.
17.08.2010 – Mercoledì – 14° giorno
Kibuye – Cyangugu – Gisakura
Kibuye | Cyangugu | Barca | 100 km? | 5h 45’ |
Cyangugu | Gisakura | Mezzo pubblico | 25 km | 1h 15’ |
Kibuye | Gitarama | Bus privato | 78 km | 2h |
Gitarama | Butare | Bus privato | 80 km | 1h 30’ |
Butare | Gikongoro | Bus privato | 35 km | 30’ |
Gikongoro | Gisakura | Bus privato | 65 km | 3h |
Purtroppo oggi, a causa della pioggia che ha fatto cadere un ponte, non potremmo costeggiare il lago Khivu, ma dovremmo passare all’interno.
Alle 8 dovremmo partire per un giro imbarca sul lago, ma pensare di doverci fare 260km con Lubega che s’è fatto tutto il Rwanda ai 30/40 km/h ci fa propendere per l’avventura.
Aprendo la cartina, infatti, notiamo la segnalazione di un’imbarcazione che da Kybuye va fino a Cyangugu… Quale modo migliore per vedere il lago e raggiungere la meta?
Dopo varie telefonate, riesco a trovare una barca che ci porti. Lubega si assicura della sicurezza della stessa e poi parte con la coppietta del gruppo.
Un altro gruppo vorrebbe venire con noi, ma alla fine decide di continuare in bus.
La traversata è splendida, unico problema è che dopo poche ore inizia a piovere, di stravento, con le onde che sono alte come la barca e che entrano a forza. In più fa un freddo indecente col vento che tira. In mezzo alla tormenta, quello che fa un momento pensare tutto il gruppo è che il capitano inizia a cantilenare come se stesse dicendo una preghiera!!!
Arriviamo completamente fradici, con tutto il paese che ci guarda come se fossimo dei naufragi… Scendiamo e tutti andiamo a fare pipì, poi prendiamo l’ultimo mezzo avventuroso… Tutti dentro ad un minibus con tanto di bagagli che come conducente ha uno che non vede nulla e non contenti, il pullmino ha un solo faro! Un’ora e un quarto per 25 km!
Al nostro arrivo la sorpresa dei saloni del ragazzo che ci lascia per mettere i nostri materassini! Ottima cena a buffet e poi nanna, domattina dobbiamo essere puntuali per andare a vedere gli scimpanzé!
CONSIGLIO 1: La traversata del lago Khivu è splendida, ma non la ripeterei, la trovo molto poco sicura a causa del tempo davvero instabile anche con i giubbotti salvagente
CONSIGLIO 2: Le prenotazioni di qualunque cosa in Rwanda fatte dalla nostra agenzia ugandese lasciano alquanto a desiderare. Vi consiglio pertanto di prenotare e confermare voi stessi ogni giorno e ogni sera le sistemazioni
CONSIGLIO 3: L’ufficio per il trek degli Scimpanzé chiude alle 16:00. Consiglio pertanto vivamente di prenotare da voi dall’Italia, confermare telefonicamente allo 0788675051 e riconfermare o tramite il proprietario della Gisakura (se non riuscite ad arrivare prima delle 16) o andando voi di persona. Il Chimps Trak dovrebbe essere pagato il giorno prima.
CONSIGLIO 4: Sebbene faccia molto freddo, e sia molto caro, dormire in tenda in mezzo alla foresta alla Nyumgwe forest dev’essere splendido, inoltre vi trovate già in loco per il Chimps trek.
18.08.2010 – Giovedì – 15° giorno
Gisakura – Nyumgwe Forest – Kigali
Gisakura | Nyumgwe Forest | 32 km | 1h 45’ |
Nyumgwe Forest | Kigali | 221 km | 8h |
Anche se ci svegliamo presto, arriviamo in ritardo e inoltre, la nostra prenotazione non c’è!!! Niente scimpanzé. Dopo aver cercato davvero di fare di tutto, chiamando anche il ranger, andiamo al parco, per vedere se possiamo fare qualchecosa d’altro.
Siamo tutti molto stanchi e quindi decidiamo di continuare verso Kigali.
Il panorama che i offre la foresta e le colline fino a Butare sono splendide e meritano davvero di fermarsi ad ogni angolo.
Arrivati a Kigali, decidiamo subito di andare a visitare il museo del genocidio.
Dopo che uscite da quel museo, non riuscirete più a guardare le persone del Rwanda come prima; vi continuerete a chiedere se chi vi sta parlando era un Hutu o un Tutsi, nello stesso tempo vi sentirete anche voi complici di questa folle suddivisione colonialista, vi chiederete “cui prodest”, vi farete mille domande, capirete perché ci sia tutta quella polizia che controlla la pace pubblica. Capirete che questo genocidio deve essere ricordato, come tutti, perché è solo con la memoria che non forse si riesce a far si che non si ripeta, perché davvero con questo genocidio si capisce che l’odio scaturisce dal nulla, come le divisioni, Hutu, Tusti, non vogliono dire nulla, se non una divisione che ha portato al massacro e che a mio avviso non si è sopita.
In 100 giorni sono stati uccisi quasi 1.000.000 di persone in nome di una suddivisione che ha creato il colonialismo!
Vi consiglio di prendere l’audio guida. Il museo va capito in ogni suo angolo.
19.08.2010 – Venerdì – 16° giorno
Kigali – Nyamata – Kigali – Mbarara
Kigali | Nyamata | 34 km | 50’ |
Kigali | Gatuna (border) | 83 km | 1h 45’ |
Gatuna (border) | Mbarara | 161 km | 3h |
La premessa è d’obbligo, cosa è successo nel 1994? Molti non lo sanno, qualcuno lo ha appreso dal film “Hotel Rwanda” splendida pellicola che parla di quei drammatici giorni e della storia dell’eroico Paul Rusesabagina. Il 6 aprile di quell’anno, un missile terra-aria, distrusse in volo l’aereo del dittatore del Rwanda che solo l’ anno precedente aveva firmato importanti accordi per una maggiore integrazione nel tessuto sociale dell’ etnia tutsi; varie furono le ipotesi sul disastro: che il missile fosse stato lanciato dalle frange più estreme del suo partito oppure che fossero stati gli oppositori tutsi che non credevano che avrebbe rispettato tale accordo, fino all’ ipotesi che sia stata la moglie del presidente ad architettare l’ attentato. Fatto sta che il 7 aprile 1994, iniziò il massacro sistematico di tutti i tutsi, che rappresentavano il 15% della popolazione, e degli hutu moderati. Un eccidio che durò tre mesi, ma che lasciò sul terreno tra le 800000 e 1071000 vittime (il numero preciso non è mai stato accertato), per la maggior parte trucidate e mutilate a colpi di machete e bastoni chiodati. Il peggior genocidio per arco temporale della storia, circa 6 morti ogni minuto, 1 ogni dieci secondi … sotto gli occhi colpevoli e informati delle Nazioni Unite che non hanno mosso un dito e che, a strage compiuta hanno fatto arrivare grosse quantità di denaro per lavarsi la coscienza (fortunatamente sembra speso bene dal governo attuale).
Ora siamo qui, di fronte alla chiesa di Nyamata, dove il 10 aprile 1994 si è compiuto uno degli atti peggiori di quel genocidio, se si può fare distinzioni in una tragedia simile. Molta gente si è radunata nella chiesa, i massacri sono cominciati da tre giorni e la popolazione ha paura, si rifugia nella casa di Dio in cerca di conforto e protezione. La paura è tanta e in chiesa si ammassano in migliaia, ogni piccolo spazio è occupato, non entra più neppure uno spillo. Per sicurezza chiudono la porta con un lucchetto.
Quando arrivano le truppe paramilitari e l’esercito regolare, probabilmente ridono per quel lucchetto, che oltre al crocefisso dovrebbe difendere i loro obiettivi. A quel punto la malvagità della mente umana e la rabbia repressa fanno scattare il diabolico piano, rotte le finestre i militari iniziano a lanciare granate all’ interno della chiesa, massacrando e dilaniando la povera gente all’ interno. Poi rotto il lucchetto a colpi di arma da fuoco entrano e iniziano a cercare i sopravvissuti finendoli poi con colpi di kalashnikov e soprattutto machete. Quel giorno nella chiesa, e nelle zone intorno alla stessa morirono 10800 civili. Il pomeriggio è torrido e rifugiarsi in chiesa per cercare un po’ di fresco sarebbe un’ottima idea, se quella non fosse una chiesa degli orrori, ora memoriale del genocidio ruandese. Sulla porta d’ingresso in ferro e le sue inferiate, si possono ancora vedere i fori di proiettile della raffica che ha divelto il lucchetto, e tutto intorno sul cemento si vedono i solchi scavati dai proiettili, e i buchi delle schegge di granata. È all’interno che però si hanno le proporzioni dell’ orrore, il soffitto bucato dalle granate da cui filtra il sole, e le panchine sulle quali sono posti i vestiti di tutte le vittime di quel giorno, sono talmente tanti che la mente non riesce a razionalizzare che possano essere stati tutti indossati in quella tragica giornata.
Senza parole torniamo a Kigali, Lubega perderà ben 2 ore per cambiare i freni (ma non poteva dircelo prima???) e con le altre 2 ore perse in frontiera, non riusciremo a raggiungere il lago Mburo e dovremmo accontentarci di un asettico hotel a Mbarara.
Splendida la cena nella hall, poi nanna, domattina partenza alle 5:00 per fare il game drive!
20.08.2010 – Sabato – 17° giorno
Mbarara – Lake Mburo (game drive) – Kampala – Entebbe
Mbarara | Lake Mburo gate | 60 km | 1h 10’ |
Lake Mburo gate | Lake Mburo Park head quarter | 15 km | 40’ |
Lake Mburo head quarter | Lake Mburo camp site | 10 km | 30’ |
Lake Mburo | Kampala | 325 km | 4h 30’ |
Kampala | Entebbe | 35 km | 1h |
Splendido game drive al lago Mburo per vedere le zebre.
Il luogo è splendido, peccato davvero non essere riusciti a dormire qui e a goderci il meraviglioso passaggio.
Lasciamo a malincuore l’ultimo vero scorcio di africa e ci avviciniamo all’occidente, nel nostro viaggio verso Entebbe; e qui la “furbizia” di Lubega viene fuori nel modo peggiore.
Dopo esserci fermati a 15 minuti dalla vicina cittadina appena passata, dice di non poter ripartire, ma che c’è un suo amico, proprio a 15 minuti da noi, che può portarci fino ad Entebbe…
Beh, che dire? Perdiamo ancora tempo; non bastava ieri con i freni, anche oggi e ancora perdiamo la possibilità di fare qualche cosa (nel qual caso un giro a Kampala)
Una parte del gruppo deciderà di non dare la mancia a Lubega, e tutti in comune accordo lasciamo le cose del campeggio alla vicina scuola.
Le mie infradito faranno la felicità di una ragazzina.
Entebbe è carina, ma è ormai tardi. Non ci rimane che cenare, sorridere ancora un poco e poi dormire per poche ore, iniziando a risognare questo splendido viaggio.
21.08.2010 – Domenica – 18° giorno
Entebbe – Cairo – Milano/Roma
Entebbe | Airport | 7 km | 15’ |
Sveglia alle 2, per lasciare questo splendido paese, alla volta dell’Italia.
L’africa ci rimarrà sempre nel cuore e con un poco di nostalgia, guardiamo dal finestrino, ripercorrendo queste tre settimane indimenticabili.
“L’uomo che uccide un animale oggi, è l’uomo che domani ucciderà la gente che lo disturberà.” Dian Fossey